Credo fosse almeno il 2016 quando inizia a sgonfiare le palle ai miei ragazzi dicendo loro “Fate video fate video fate video”.
Penso che la possibilità di poter condividere con una platea potenzialmente infinita di persone le proprie impressioni, i pensieri su un disco o su un concerto, le riflessioni su qualcosa che ci ha colpito o influenzato sia la forma di comunicazione più forte immaginabile.
Molto più delle stories di Instagram, molto più di produzioni video di alto livello, molto più di qualcosa di post prodotto, elaborato, super leccato etc. Ovvio che sia una figata incredibile potersi permettere di pubblicare montati di alto livello, transizioni, e via dicendo.
Ma credo che la maggior parte delle persone voglia semplicemente ascoltare qualcuno che abbia qualcosa da dire.
Basta osservare l’evoluzione che negli ultimi due anni hanno avuto gli YouTuber che parlano di calcio o chi fa (soprattutto all’estero) le reaction a brani musicali (così come a film, videogames etc). Molti fanno grafiche ad hoc, montano, cercano la risata a ogni costo e via dicendo. Ma i messaggi più forti arrivano da chi fa one take e pubblica.
Se hai qualcosa da dire, se sai dirlo in modo diretto, se sei tu stesso un personaggio senza bisogno di eccessive elaborazioni allora hai già vinto. E’ solo questione di tempo (o di soldi che puoi investire piuttosto che di piattaforme social su cui veicolare il tuo verbo tramite link).
La musica non è un argomento di primaria importanza, i concerti invece sono il place to be moderno (anche se buona parte di chi ci va non ha la minima idea del perché sia lì poi in quel momento se non per fare il post Instagram del caso). Tuttavia la musica rimane la COLONNA SONORA DELLA NOSTRA ESISTENZA. Quindi video a tema musica a manetta. Su concerti, dischi, annunci di tour, eventi e tutto quanto ci gira intorno.
Perché quando hai qualcosa da dire (e in più sai perfettamente di cosa stai parlando) vale sempre la pena buttarsi.
PS: e poi diciamolo, sono più di 10 anni che li faccio…