E’ passato tipo un anno da quando ho aperto uno spazio terapeutico, un luogo sicuro di recupero energetico e sfogatoio apposito per situazioni d’emergenza. E, caso strano ma non troppo, negli ultimi mesi tra virus mondiali, deliri di massa e problematiche lavorative c’è solo l’imbarazzo della scelta nel determinare cosa ti stia lentamente e inesorabilmente distruggendo la tua razionalità e capacità di analisi.
C’è di più. A brevissimo arrivano i 40 e quindi la tolleranza e la sopportazione stanno raggiungendo oramai livelli di non ritorno nel versante “meno di zero”. Quindi sto smanettando su Anchor (app che ti fa fare il Podcast anche se sei imbranato e incapace di capire ogni cosa su file audio, microfoni, etc) per avere la possibilità di aumentare il ventaglio offerto da questa “sublime” era digitale e social nel maneggiare un altro strumento in grado di garantirmi la possibilità di sbragare e parlare a ruota libera.
Vedo e sento solo persone incompetenti che parlano di ogni cosa, che pontificano, che insegnano al mondo il nulla che con incredibile arroganza e supponenza trasmettono a ogni sillaba pronunciata. E’ per questo che, un anno dopo, la necessità della divulgazione è ancora più immensa e non rinviabile.